Sei giorni di sciopero per il personale del Casinò di Venezia contro la privatizzazione della casa da gioco: i dipendenti hanno paura di una drastica riduzione del loro stipendio (80 mila euro lordi all’anno di media) e di perdere il posto di lavoro se invece del Comune a gestire i giochi saranno i privati.

Fortemente critico nei confronti dello sciopero il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, che ha definito chiusa la trattativa tra azienda e sindacati, ha riconfermato la fiducia all’amministratore delegato Vittorio Ravà e ha indicato la strada della cessione della gestione del Casinò ai privati come scelta praticamente obbligata per risollevare la casa da gioco dalla crisi in cui è caduta negli ultimi anni.

Al contrario, invece, lo sciopero dei dipendenti delle case da gioco è un “atteggiamento suicida” che ” fa male all’azienda” e “allontana la clientela”. In effetti, per l’agitazione sindacale si stimano perdite per 2 milioni e mezzo di euro. Il sindaco si è dichiarato disponibile a incontrare i sindacati confederali lunedì prossimo, ma il braccio di ferro verte soprattutto sulla richiesta, da parte dei lavoratori, delle dimissioni dell’amministratore delegato Vittorio Ravà, voluto dal sindaco e accusato delle perdite avute dal casinò.

Per riportare i conti della casa da gioco in ordine, Orsoni sta lavorando, tramite uno studio legale milanese, per affidare con gara internazionale in concessione il servizio e trasferire ai privati la gestione dei casinò. Nel piano si prevede la creazione di una società ad hoc per i giochi, mentre la Casinò Municipale Venezia manterrà la proprietà degli immobili di Ca’ Vendramin e del Casinò del Lido. Previso anche l’accorpamento di tutte le società partecipate della Casinò spa.